videomakARS - Venice Edition è la seconda edizione del concorso creativo dedicato ai giovani under 30 per proporre un progetto video che, attraverso la modalità dello storytelling, sappia raccontare un immaginario non abituale di alcuni luoghi di Venezia, in cui l’arte lascia il passo alla scienza e alla tecnologia.
I progetti dovranno proporre video di una durata compresa tra 3’00’’ e 4’00’’, finalizzati a far conoscere l’anima scientifica e tecnologica della città di Venezia e ad attivare un processo di riflessione sul futuro della stessa, grazie all’uso proficuo delle risorse scientifiche e tecnologiche disponibili.
Dream Your Future è un cortometraggio che parla di empatia al servizio della creatività, che spiega come si possa immaginare il futuro con un approccio alla tecnologia più intimo ed umano.
Il processo di miglioramento dei servizi al cittadino passa anche attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico e culturale che ci circonda, con l’obiettivo di innovare nel pieno rispetto della storia e della tradizione.
Grazie all'immaginazione di un bambino possiamo concretizzare il sogno di un futuro migliore.
DiscoVEr racconta la storia di Francesca e Paolo. Francesca, giovane fotografa veneziana è in cerca di ispirazione tra le calli di Venezia per lo scatto perfetto. Tra la folla scorge Paolo, un ragazzo pensieroso col volto rivolto alla città. Francesca gli scatta una foto e Paolo, accortosi del gesto, scambia con lei uno sguardo di intesa, si volta e si addentra nel cuore di Venezia senza dire una parola.
Negli scatti di quell'inseguimento si nasconde una Venezia nascosta
Venezia Ponte del Tempo è un cortometraggio che si rifà al documentario creativo. Racconta la città di Venezia - metaforicamente un ponte sull'acqua e sul tempo - un luogo magico che unisce passato, presente e futuro, non solo nei suoi paesaggi spettacolari, ma anche nei progetti delle persone che la vivono quotidianamente e che lavorano alacremente per il suo avvenire.
Perché Venezia è la città simbolo dell’unione fra arte e scienza? Abbiamo chiesto a giovani creativi di raccontarcelo con un video.
Per partecipa al concorso VideomakARS Venice Edition questo è il link: idea360.it. C’è tempo fino all’11 marzo 2016!
In palio tre premi da €3000 ciascuno e un workshop gratuito con i migliori insegnanti di filmaking della Scuola Civica di Cinema Paolo Grassi di Milano e della scena newyorkese.
Partiamo da qualche considerazione:
I luoghi di Venezia raccontano una lunga tradizione di invenzioni scientifiche e tecnologiche. Lo sapevate? Ma soprattutto sono il simbolo di un modo artistico e creativo di saper fare.
Noi ne abbiamo selezionati tre:
Luogo simbolo del passato e del presente di Venezia.
È curioso sapere che il nome ha ricevuto diverse interpretazioni: da Arx Senatus (Jacopo Sansovino), che significa bastione, fortezza, antemurale e, dunque, sostegno al Senato; a una più accreditata, dall’arabo daras-sina’ah, ovvero casa dell’industria, a cui si ispira lo stesso Dante, cantore de’Italia.
Comunque la si veda, nasce come luogo simbolo del potere politico e espressione istituzionale della Serenissima. Cosa accadeva all’interno di questo luogo è una storia affascinante, che lega insieme la necessità di rinnovamento culturale di uno dei contesti mondiali più moderni dell’epoca a uno sviluppo tecnico-scientifico altamente specializzato.
Nato come cantiere navale della città marinara, è diventato presto simbolo di innovazione e la sua prestigiosa memoria è stata così fortunata da protrarsi fino ai nostri giorni.
L’Arsenale era, dunque, un centro pulsante all’avanguardia, massima espressione dell’avanzamento tecnologico, ingegneristico e scientifico della città rispetto al resto d’Europa. In questa struttura si producevano prototipi di strutture navali senza precedenti, complesse ed efficienti. Era, soprattutto, un luogo di idee dove nuovi saperi frutto dell’immaginazione di esperti, rispondevano alle istanze del futuro.
Con il suo straordinario potenziale di inventiva e risorse, l’Arsenale fece presto di Venezia un centro di autorevole modernità, tanto da garantirle un successo soprattutto in campo commerciale con famosissime rotte che si estendevano al nord Europa e fino a Oriente.
Oggi la città di Venezia si sta impegnando nella rivalorizzazione di un luogo così decisivo che ne definisce l’identità. Molti sono i progetti che si avvicendano per animare i suoi spazi, tra i quali l’impegno di ISMAR-CNR che collabora con impegno per la sua rinascita come centro eminente di ricerca scientifica.
I Magazzini Ligabue nascono a seguito dell’attività del commerciante emiliano Anacleto Ligabue che si stabilì a Venezia per il suo commercio di formaggio reggiano. La vicinanza al porto di Venezia nei primi anni venti del secolo XX porta Ligabue a valutare l’idea di occuparsi delle forniture su scala industriale delle navi, soprattutto nel settore alimentare. Proprio grazie a questa idea nasce “l’appalto navale” e di conseguenza la necessità di avere dei magazzini per il deposito dei generi alimentari. I Magazzini Ligabue diventano così un punto franco e coinvolgono diversi capannoni caratterizzati dai mattoni a faccia vista come e altri edifici di carattere industriale e/o manifatturiero dell’epoca ottocentesca.A marzo 2015 i due atenei veneziani Ca’ Foscari e Iuav hanno inaugurato il nuovo polo didattico dopo i restauri eseguiti nei magazzini portuali del punto franco di San Basilio: un polo universitario condiviso fra i due atenei con un recupero urbano dell’area nel quartiere di Santa Marta. Con i suoi docks ottocenteschi a fare da waterfront verso la Giudecca diventa un’immagine di pregnante suggestione archeo-industriale.
Un’area importantissima anche per la compiutezza della rivitalizzazione e dello sviluppo urbanistico del quartiere di Santa Marta, che in una città sempre più museo come Venezia riveste un ruolo di resistenza attiva fondamentale sul fronte della residenzialità.
Un quartiere cinto letteralmente da un muro, sorta di check-point charlie tra territorio ‘libero’ e territorio ‘franco’, con il Porto a presidiare. Una zona tra l’altro da tempo in parte liberata dal grosso dei traffici spostati nella nuova Marittima, a fianco dell’isola del Tronchetto.
Sin dal primo atto di recupero, che risale alla metà degli anni ’80, del Cotonificio di Santa Marta è chiaro che l’obiettivo è sfondare il fronte verso il mare, con quei quattro docks rettangolari accanto all’ex frigorifero ad interpretare per definizione sensata e visiva il progress dell’insediamento universitario.
In quattro anni istituzioni storicamente note per la loro intrinseca farraginosità hanno dimostrato che se si vuole si vola rapidi, come qualsiasi altro soggetto privato. In un anno e mezzo scarso di lavori il doppio corpo centrale dei quattro magazzini, la parte più importante e visibile del vecchio Punto franco, diventa un polo didattico modernissimo, con strutture dotate di laboratori multimediali, linguistici, di modellistica e di fotografia con una dotazione informatica, sia su rete fissa che su wi-fi, senza eguali in città.
Importante anche l’iniziato recupero degli spazi esterni agli edifici, divenuti un grande ambiente pedonale serviti da connessione wi-fi; in particolare la prima parte ad est, con la piazzetta triangolare del tutto arredata e pavimentata in trachite, trachite recuperata dai pavimenti interni dei magazzini.
Il parco scientifico e tecnologico della città metropolitana.
VEGA si propone come network tra l’università, i centri di ricerca e il settore produttivo volto alla promozione e allo sviluppo di iniziative di ricerca scientifica per facilitare il trasferimento di conoscenze a favore della crescita tecnologica e della competitività delle imprese.
Opera da oltre dieci anni con la missione di riqualificare una parte della zona industriale di Porto Marghera, un’area di oltre 2000 ettari tra le più grandi d’Europa, trasformandola radicalmente in una nuova concezione di sviluppo industriale e di servizi. VEGA è situato in una posizione geografica strategica, nel cuore del sistema economico del Nord Est d’Italia, nelle vicinanze del centro storico di Venezia, a pochi minuti dall’aeroporto internazionale Marco Polo, dal Porto commerciale, dalle principali infrastrutture d’acqua e viarie. Il parco VEGA ha elaborato alcuni sentieri tematici di sviluppo in cui esplica attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico nelle aree tematiche di: Nanotecnologie, ICT (Information & Communication Technology), Beni Culturali, Ambiente, Idrogeno, Biotecnologie e Formazione.
Il Parco Vega è rivolto ad aziende innovative ad alto contenuto tecnologico, attive nella produzione, nella ricerca o nei servizi avanzati e che si occupano dei seguenti settori: informatica e telecomunicazioni, tecnologie per l’ambiente, formazione, restauro e conservazione dei beni culturali, nuovi materiali, nanotecnologie, biotecnologie o di settori comunque avanzati.
Il Vega si situa nel cuore di Porto Marghera. Porto Marghera è un posto molto peculiare. È il polo industriale nato nel 1917 – a ridosso della prima guerra mondiale – che convertì in pochi decenni buona parte del Veneto dal settore primario a quello secondario; è il porto grazie al quale migliaia di persone conobbero per la prima volta il posto fisso, recandosi in fabbrica dalle campagne in bicicletta o con la filovia; ma è anche il movimento operaio locale, con le bandiere della Fiom che ancora oggi si scorgono fuori dalle fabbriche; e, infine, è la catena di morti e malattie causate dall’amianto, dei prepensionamenti forzati diventati prassi per migliaia di persone, tutti ex operai ignari della portata omicida del materiale che maneggiavano.
Ci furono, nel tempo, molti altri progetti che miravano a rilanciare l’area, come racconta lo storico Sergio Barizza: citando il caso di Giuseppe Jappelli, autore di un piano per il prolungamento del ponte ferroviario “fino alla punta della Salute per attrezzare le strutture portuali lungo la Riva delle Zattere”.
L’ultimo accordo, del 2015, vede concordi governo e amministrazioni locali su un piano che ha come obiettivo la “rigenerazione economica del polo”, un’enorme conversione industriale che lo aggiorni al ventunesimo secolo. Rilevante poi il ruolo dell’autorità portuale di Venezia, “che sta puntando molto sul banchinamento sponda sud e sull’area MonteSyndial”.
Come ai tempi di Marco Polo e la via della seta, Venezia e tutto l’alto Adriatico (un’area che va idealmente da Ravenna a Rijeka, l’ex Fiume) rappresentano la porta ideale per il sud-est asiatico in pieno boom economico per entrare nell’Europa continentale
La cultura che si respira in questa città ha ispirato e richiamato le menti brillanti della storia. Molti di loro sono nati qui: da Canaletto a Hayez, da Gian Battista Tiepolo allo psichiatra Basaglia, dall’economista Luzzatti, al grande esploratore Marco Polo; e poi Tintoretto, Goldoni, Vivaldi e tanti altri ancora.